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dal 1° dicembre 1856 al 7 novembre 1857. Ma feste sfolgorate si davano nelle sue case ed i cardinali amavanlo intimamente; d’ogni parte attestazioni di satisfazione. E di vero, che uopo ha la Chiesa del Monte di pietà? Serve solo alla popolazione. Campana avria potuto tôrre a prestito anche le mura del Monte, che la corte pontificia non avrebbe trovato cosa a ridire.

Per malanno, il cardinale Antonelli trovò suo tornaconto di spedirlo alla galera. Il grand’uomo di Stato ne tirava tre beni. Primo, chiudere la bocca alla diplomazia ed alla stampa forestiera che non rifinivano di accusare il Papa per si grave abuso tollerato. Secondo, raumiliare cotesti laici impertinenti, i quali, senza aver calze pavonazze, si argomentano diventar qualche cosa. Terzo, dare il Monte di pietà al già ciociaro messer Filippo Antonelli.

Il colpo preparò alla chetichella, e nell’ombra e nel silenzio rizzo le batterie: è cima di maestro in tali bisogne. Campana viveva in giòlito; iva, tornava, dava desinari, e comperava statue, come all’ordinario, mentrecchè il cardinale, negoziando un prestito con Rothschild, ponevasi in istato di calmar la voragine, insieme dettando al procurator fiscale un’accusa di peculato.

La giustizia, o almen la disgrazia piombò qual fulmine sul povero marchese. Dal palagio alla prigione non corse che un passo. Ed egli, stropicciandosi gli occhi, chiedeva a