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il giugurtino 153

conciossiacosachè egli fosse il più ben avventuroso di tutti gli altri uomini innanzi la sua cittadinesca vittoria, giammai sua ventura non fu sopra sua bontà e senno; e molti dubitarono se egli fosse o più avventuroso, o più costante e prode. Poi quelle cose che fece non sono ben certo 8* io mi vergogno maggiormente, o se mi rincresce di dire. Dunque Siila, siccome è detto di sopra, giunse in Affrica, è con la cavalleria venne neir oste di Mario. Essendo prima rozzo e non sapendo di battaglia, diventò il più dotto e’I più facondioso1 di tutti gli altri in piccolo temporale. E con ciò appellava e trattava li militi molto graziosamente: e a molti prestava e dava che li domandavano, e ad altri donava per suo proprio volere: benefizii di altrui egli riceveva mal volentieri, ma, più tosto che l’avere prestato, li rendea, e egli da niuno raddomandava; maggiormente si studiava in ciò, che molti li fossero quasi debitori; sollazzi e cose utili trattava con li umilissimi e di bassa mano2; nell’opere, e nelV andare dell’oste, e nel vegghiare, era egli spesso e molto continuo. Nè infra questo facea, come suole fare la perversa ambizione, che egli del consolo o di niuno altro buono ledesse fama o dicesse male: solamente nè in avvedimento nè in opere sostenea d’essere avanzato; ma molti ne avanzava egli. Per le quali cose e arti in brieve tempo a Mario e a’militi fu fatto molto carissimo.

CAPITOLO LXXII.

Come Giugurta con Bocco assalirono, e combatterono contra li Romani.

Ma Giugurta, poichè la città di Capsa e altri luoghi forti guarniti e a sè utili, e anche grande quantità di pecunia avea perduta; mandò messaggi a Bocco, tostamente menasse gente in Numidia; e che di far battaglia era tempo. Lo quale poich’egli intese che dubitava, e che protraeva ragioni di guerra e di pace, anche, siccome prima, li suoi dimestichi corruppe per doni; e a lui promise la terza parte di Numidia, se li Rom;ini fossono di Affrica discacciali, o, se si facesse pace, rimanendogli intero il suo reame. Per tale guiderdone attratto3 Bocco, se ne venne a Giugurta con grande moltitudine. E così, congiunta l’oste dell’uno e delraltro, andando già Mario a fare’l verno4, su la sera l’assalirono: pensando che la notte, eh’era presso, s’eglino fossono vinti, sarebbe per iscampo; e, se vincessono, non sarebbe impedimento, perocchè sapeano bene la contrada e le luogora; ma, per contrario, a’Romani l’un caso e l’altro in tenebre sarebbe più malagevole. Il consolo per molte spie co-

  1. facondioso è voce vieta ed antica, ed e lo stesso che facondo, come oggi si ha a dire.
  2. di bassa mano) Vedi «ila pag. 41 la n. 2.
  3. attrailo è il lai. illcctus, cioè allettalo,
  4. andando già Mario a fare il perno) Il testo latino qui ha: Marium in hiberna proficiscentem; onde si ha ad intendere: andando già Mario a* quartieri dy Inverno, o a svernare.