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Il Canzoniere 71

Ch’aguagli il dotto fiume, e cristallino
     Del Mencio fortunato, ov’apparìo
     L’alta beltà che tanto m’infollìo,
     Che riverente ognor in cor l’inchino. 8
Queste le belle sono, e lucide acque,
     U’ Virgilio le Muse pria lavaro,
     Quand’ei fanciullo nella culla giacque. 11
Nè per quel tanto al ciel giammai s’alzaro,
     Quant’oggi s’alzan per Costei che nacque
     Di grazia, e di beltate esempio raro. 14


V. 1. Quinci e quindi dall’uno e dall’altro versante.

V. 2. Il fio, il tributo dall’acque al mar Tirreno e al mar Adriatico.

V. 3. Fonte nè fiume, dagli Appennini non sgorgano fonti, nè nascono fiumi che possano agguagliare il Mincio; il quale ha la sua sorgente nel monte Piscanno sotto il nome di Sarca e, corsa poco più d’una ottantina di chilometri, si getta nel lago di Garda uscendone a Peschiera, donde, per Goito, tocca Mantova. Ha foce nel Po.

Vv. 5-6. Il fiume Mincio dall’acque cristalline, tutti, adunque, li supera; dotto per i dotti uomini che fecero insigne la sua regione; fortunato perchè ebbe in sorte di veder nascere sulle sue rive colei che tutte le donne vince in beltà.

Uso petrarchesco anche questo di riferirsi, nelle sue lodi, ai fiumi, largamente adottato dal Bandello, cfr. Petr., Canz., XLV, v. 1. Per i fiumi nel Bandello vedansi Canti XI al C. I.

V. 7. M’infollìo, mi rese folle d’amore.

V. 10. U’, dove le Muse lavarono, come in battesimo lustrale, consacrandolo poeta, Virgilio infante. Del vate mantovano celebra qui la culla, in altro sonetto (son. LXXXII) la tomba.

V. 12. Quel, Virgilio; s’alzaro, le acque lucide del Mincio si alzarono, gonfiandosi, in segno di giubilo e d’onore per la nascita della Mencia mantovana.