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parte prima 15

Cinque giorni dopo la nascita del principe, ebbe luogo alla corte la cerimonia, nella quale, dopo aver lavato il capo al fanciullo, gli vien dato un nome.1 Allo splendido festino assistevano cento otto dei più sapienti brâhmani, i quali dopo il banchetto furono richiesti dal re intorno ai destini del figliuolo.2 «Se questo fanciullo, dissero alcuni di loro, rimane nella società degli uomini, egli diverrà un possente monarca, e trarrà tutte le nazioni sotto il suo scettro. Ma se egli si ritira dal mondo come un santo eremita, diverrà il saggio dei saggi, il sapiente dei sapienti, il Buddha».3 — Ed altri, esaminato il fanciullo, affermarono che non resterebbe lungo tempo in mezzo all’umana società, ma che si libererebbe ben presto dai mali e dalle vicissitudini della vita, dalle miserie infinite che amareggiano l’esistenza di tutti gli esseri, e che infine diverrebbe un buddha.4 E siccome tutti quei sacerdoti eran concordi nel dire, che esso sarebbe stato il «benedetto delle generazioni», imperciocchè avrebbe resi paghi i desiderii e le brame di tutte le creature del mondo, gli fu posto il nome di Sarvârtha-


  1. Bigandet, p. 41.
  2. H. p. 148.
  3. Le leggende narrano, che il Bodhisatva nuovo nato aveva sul suo corpo una serie di segni maravigliosi; e che il rishi Asita, miracolosamente giunto attraverso lo spazio dall’Himavat, osservando que’ segni, fece la profezia di sopra riferita. «Una doppia fortuna, egli disse, è riserbata a Siddhârtha; o egli rimane nel mondo, e diviene allora un Cakravartin (re dell’universo); o fugge il mondo, e allora diventerà un Buddha perfetto» (Lalitavistara). Questi segni maravigliosi che portava impressi il fanciullo, sono detti dai buddhisti i mahâpurushalakshanâni, e intorno ad essi si potrà vedere il Burnouf, Lotus ec. p. 553, (Senart, Jour. Asiat., 1873 pagg. 219-261).
  4. B. p. 42.

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