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374 parte seconda

nute meno col volger degli anni, e come Confucio avesse dato opera a ristorare la dottrina de’ primi Savii, l’autore continua con le parole di Mencio:

«Ma ahimè! più non si veggono sorgere imperatori sapienti, e i principi feudatari seguono baldanzosi ogni loro sfrenato talento. Uomini di lettere fuori d’uffizio van tenendo propositi sovversivi; i discorsi del popolo stesso vi manifestano, che altri hanno accolto le opinioni di Yang-ciu, altri quelle di Mi-ti. Ora la massima fondamentale di Yang-ciu è questa: Ciascun per sè; ch’è quanto dire: Non più governo. Mi-ti invece va predicando: Ogni amore deve essere eguale; e questo è lo stesso che dire, Non più famiglia. Distrutta la famiglia, distrutto il governo, in che cosa gli uomini differiranno dai bruti? Se non s’impugnano i sofismi di Yang-ciu e di Mi-ti, se non si promuovono i principii di Confuzio, la perversione delle menti giungerà a tale da estinguere ogni sentimento di umanità e rettitudine. Ritorneranno le fiere nelle sedi degli uomini per divorarli, e si ve-


    che ne hanno saputo un solo esemplare nella Biblioteca di Vienna; stampato l’uno in Kién Cham in urbe Sinarum Provinciae Kiam si 1662, superiorum permissu; l’altro in Chu, con data in fine, cioè: Goae iterum recognitum, ac in lucem editum die i octobris, anno 1669, superiorum permissu. Il primo comprende sotto il titolo Sapientia Sinica exponente P. Ignatio a Costa Lusitano Soc. Jesu a P. Intorcetta siculo ejusdem soc. Orbi proposita, il libro Lun Yù, in cinque parti e contenuto in pag. 76, e il libro tâ hio, compresovi 14 pagine, oltre a una carta di guardia con caratteri cinesi verticali, il frontespizio con fregi in legno, la facoltà data all’Intorcetta di stampare la Sapienza Sinica dal P. Provinciale Giacomo Le Favre, la dedica dell’Intorcetta ai pp. missionari d’Oriente, in data di Kién cham urbe Provinciae Kiam si, 13. aprile 1662, la prefazione ad lectorem e la vita Confucii Principis Sapientiae Sinicae; cose che oc-