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canto quinto. 67

105Fur ignei dardi al sen queste parole:
     Armi ognun grida, all’armi ognun si sprona.
     L’ali al piè, l’ali al cor primo esser vuole
     A por ne’ rischi ognuno la persona.
     Tragge lampi e terror dai ferri il Sole:
     110L’allegro canto de’ guerrieri intuona
     L’esercito volante, e si confonde
     L’inno di Marte col fragor dell’onde.
Animoso di ratte orme l’arena
     Venìa stampando innanzi a tutti il Duce.
     115Non macchiava vapor l’aria serena;
     Schietta e larga dal ciel piovea la luce.
     Quando repente (a me medesmo appena
     Il credo, e il vidi con quest’occhi), un truce
     Prodigio apparve. Tu l’ascolta, e al vero
     120Darà fede in segreto il tuo pensiero.
Mugge il mar senza vento, e sopra il mare
     Da prestissimi vortici sospinta
     Negra una nube di lontano appare
     Di vivo sangue tempestata e tinta.
     125Dal fosco grembo ad or ad or traspare
     Una forma terribile indistinta.
     Dritta ver noi, veloce, alta, tremenda
     Venìa dall’Asia l’apparenza orrenda.