Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/142

L’amore ha questo officio, — unir dui en una forma:
Francesco nel supplicio — de Cristo lo trasforma;
emprese quella norma — de Cristo ch’avea en core,
70 la mostra fe’ l’amore — vestito d’un vergato.
L’amor divino altissimo — con Cristo l’abracciòne:
l’affetto ardentissimo — si lo cc’encorporòne;
lo cor li stemperone — corno cera a sigello:
74 empriinettece quello — ov’era trasformato.
Parlar de tal figura — con la mia lengua taccio;
misteria si oscura — d’entenderle soiaccio:
confesso che noi saccio — splicar tanta abondanza,
78 la smesurata amanza — de lo cuor enfocato.
Quanto fosse quel foco — non lo potein sapere;
lo corpo suo tal gioco — non potè contenere:
en cinque parte aprere — lo fece la fortura,
82 per far demostratura — que en lui era albergato.
Nullo trovamo santo — che tal segni portasse;
misterio si alto, — se Dio non revelasse,
buono è che lo passe, — non ne saccio parlare;
86 quii el porran trattare — che l’averan gustato.
O stimate amirate, — fabricate divine,
gran cosa demostrate — ch’a tal segni convine:
saperasse a la fine, — quando sirá la giostra
90 che se fará la mostra — del popolo crociato.
O anima mia secca — che non puoi lacrimare,
currece a bever l’ésca, — questo fonte potare,
loco te enebriare; — e non te ne partire:
94 lássatece morire — al fonte ennamorato.