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20 lauda x


     — La pena che è portata — en questo mondo del peccato,
lebbe cosa è reputata — a pensar de quello stato
nel qual l’uomo n’è dannato — per la sua gran nequitanza.
     — Col sozo laido peccato — me tenea col vergognare
e diceame: — En esso stato — tu nol porrai confessare;
co porrai al prete spalare — cosí grande abominanza?
     — Meglio t’è d’aver vergogna — denante al preite mio,
che averla poi con doglia — al iudicar che farò io,
che mostraraio el fatto tío — en cusí grande adunanza.
     — Ed io me rendo or pentuto — de la mia offensione
ché non so stato aveduto — de la mia salvazione;
pregote Dio, mio patrone, — che de me aggi piatanza.
     — Poi ch’a me te sei renduto, — sí te voglio recepire;
e questo patto sia statuto — che non degge piú fallire;
ch’io non porria suffrire — cusí grande sconoscenza.