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VIII

De l’ornamento delle donne dannoso

     O femene, guardate — a le mortal ferute;
nelle vostre vedute — el basalisco mostrate.
     El basilisco serpente — occide om col vedere,
lo viso envenenato — si fa el corpo morire;
pegio lo vostro aspetto — fa l’anime perire
da Cristo, dolce sire,— che care l’ha comparate.
     Lo basilisco ascondese, — non se va demostrando;
non vedendo, iacese — e non fa ad alcun danno;
peggio che ’l basalisco — col vostro deportanno,
l’anime vulneranno — colle false sguardate.
     Co non pensate, femene, — col vostro portamento
quant’anem’a sto secolo — mandate a perdimento?
solo col desiderio, — senz’altro toccamento,
pur che gli èi en talento, — a l’aneme macellate.
     Non ve pensate, femene, — co gran preda tollite,
a Cristo, dolce amore, — mortal dáite ferite?
serve del diavolo, — sollecete i servite;
colle vostre schirmite — molt’anime i mandate.
     Dice che acóncete, — ché piace al tuo signore;
ma lo pensier engannate, — ché nogl se’ en amore;
s’alcun stolto aguardate, — sospezion ha en core
che contra lo su onore — facce mali trattate.
     Lagna poi e fèrite — e tiente en gelosia,
vuol saper li luocora — e quegn’hai compagnia;
porrate poi l’ensidie, — si t’ha sospetta e ria;
non giova diceria — che facce en tuoi scusate.
     Or vede che fai, femena, — co te sai contrafare!
la tua persona piccola — co la sai dimostrare!
sotto li piede méttete — ch’una gigante pare,
puoi con lo strascinare — cuopre le suvarate.