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su quella sua famosa scoperta. Chi sa quanto c’era di vero.... Forse un’illusione puerile! Ma pure, tutto quell’anno, egli aveva seguitato a studiare accanitamente quella scienza, e ora, andando a Roma, si proponeva di dedicarsi ad essa interamente.

Altri affetti — pur essendo così giovane — altre cure, altre voglie pareva non avesse.

— Ninuccio, — chiamò.

Aveva finito di preparare la valigia, e voleva l’ajuto di lui, per chiuderla. Egli accorse subito.

— Troppo piena? — gli domandò. — Hai voluto metterci tutti quei libri.... Non sarebbe meglio levarli di qua e porli insieme con gli altri nella cassetta? Tanto, te la spediremo subito.

— Me la porto via con me, la cassetta, — diss’egli. — Non mi fido. Chi sa quando m’arriverebbe....

— Ma ti peserà troppo, figlio mio, che dici? Impossibile.... Non dubitare, l’avrai subito. Ci penserò io....

— E allora qua nella valigia, lasciali qua, questi libri. Chiudo?

— Non ha detto nulla la nonna di là a zio Roberto? — domandò lei allora, alludendo a quella sua proposta.

— Nulla, — rispose il figlio.

— Capisco anch’io, — sospirò Anna, — che è quasi impossibile.... L’avrei voluto per te.... Mah! Ninuccio mio, mi raccomando: mi devi scrivere tutto, sempre.... se hai bisogno di qualche cosa... come stai.... se ti trovi bene.... Tutto! Mi contento anche di poche righe... Ma le prime lettere, no, sai? lunghe, le prime lettere.... Voglio saper tutto! E bada, Ninuccio.... un po’ più d’ordine! Ti disporrai bene tutta la biancheria nei cassetti.... Non fare al solito tuo! Zio Roberto è molto ordinato, lo sai.... Ordinato anche tu! E non