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quello stupido buon figliuolo del De Vincentis? E gli aveva messo innanzi la figliuola: là! per l’esperimento! E se la avesse guarita, con quei suoi, begli occhi a mandorla, vellutati, con quelle sue dolci manierine di dama, ecco che don Jaco Pacia, assiso lì innanzi a quella scrivania, maestro e donno, in pochi anni si sarebbe fumati a uno a uno tutti i suoi biglietti di banca e le sue cartelle di rendita e le zolfare e le campagne e le case e gli opificii.

— Quello che serve.... quello che serve....

Questa seccatura de la sorella Adelaide, intanto, no, proprio era di più. Che voleva da lui? Non stava comoda al suo posto? C’erano spine? Oh cara! E voleva le rose da lui? Con tutti quei “militari„, che le facevano scorta; con quei ritratti dei re Borboni, che la proteggevano, via, poteva esser lieta e contenta.... Posse stato lui al posto di lei!

Fallito ogni scopo, il solo pensiero di rivedere don Ippolito e di parlargli, era per lui, ora, un’oppressione insoffribile. Come resistere, con l’arida nudità del suo animo desolato, senza più uno straccio d’illusione, alla vista di quell’uomo tutto quanto composto e addobbato e parato di nobile decoro? Gli pareva ora incredibile, che avesse potuto prendere sul serio quella via per arrivare al suo scopo.... Povera Adelaide! C’era andata di mezzo lei.... Ma, dopo tutto, via! la villa era sontuosa e il posto ameno; con un po’ di pazienza e di buona volontà, poteva sopportar la noja di quell’uomo non fatto propriamente per essa....

In tale disposizione d’animo, scese due giorni dopo in vettura a Colimbètra.

Il sorriso, venutogli alle labbra, su l’entrare, al saluto degli uomini di guardia, parati, sì, ancora mi-