Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/242


— 236 —

per l’andamento di casa quello stesso che aveva dato sempre, senza far mai la più piccola osservazione? Tutto il maneggio dei denari lo aveva lui; via! bisognava chiudere un occhio, se qualcosina gli restava attaccata alle dita.

Donna Fana lo difendeva, in coscienza, perchè dell’onestà dei pensieri e delle azioni del Pacia credeva d’avere una prova nel fatto che, l’anno che don Jaco era andato a Roma, le aveva portato di là una corona benedetta e una tabacchiera col ritratto del Santo Padre.

Se avesse saputo che, quel giorno stesso, don Jaco, per far denari, oltre la cessione delle terre di Milione a don Flaminio Salvo, sarebbe venuto a proporre un’ipoteca su quel palazzo, ov’ella stava così tranquillamente a far la calza!

Quest’ultima bomba, veramente, non se l’aspettava neanche Vincente. Oltre quella delle terre da cedere egli aveva, sì, un’altra grave preoccupazione, che non gli dava requie da due giorni, ma d’indole affatto diversa.

Aveva scoperto nell’angolo d’uno stanzone, ov’era affastellata, la roba fuori d’uso, un fucilaccio antico, di quelli a pietra focaja, tutto incrostato di ruggine e di polvere. Proclamato lo stato d’assedio e il disarmo in tutta la Sicilia, non era egli in obbligo di consegnare quell’arnese là?

Ninì e donna Fana dicevano di no; Ninì anzi sosteneva che sarebbe sembrata, più che una impertinenza, uno scherno oltraggioso all’autorità la consegna d’un’arma come quella. Ma che ne sapevano essi? Come lo dicevano? Così, di testa loro! L’ordine di consegnare tutte quante le armi, senza eccezioni, era positivo e perentorio. Era un’arma, quella, sì o no? Poteva essere antica, anzi era antica e mangiata