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E impressionato, per tutto ciò che aveva veduto in quel giorno, che ormai, per mandare ad effetto una cosa, bastasse farla gustare a quei che giravano per le strade, “i miei signori!” gridò in tuono d’esordio: “ho da dire anch’io il mio debole parere? Il mio debole parere è questo: che non è solamente nell’affare del pane che si fanno delle iniquità: e giacchè oggi si è veduto chiaramente che, a farsi sentire, si ottiene quel che è giusto; bisogna toccare innanzi a questo modo, fin che non si sia messo rimedio a tutte quelle altre bricconerie: tanto che il mondo vada un po’ più da cristiani. Non è egli vero, i miei signori, che c’è una mano di tiranni, che fanno proprio il rovescio de’ dieci comandamenti, e vanno a cercar la gente quieta che non pensa a loro, per farle ogni male, e poi hanno sempre ragione? anzi quando ne hanno fatta una più scellerata del solito, camminano colla testa più alta, che par che abbiano a avere? Già anche in Milano ce ne ha a essere la sua parte.”

“Anche troppo,” disse una voce.

“Lo dico io,” ripigliò Renzo: già le storie si contano anche da noi. E poi la cosa parla da sè. Mettiamo, per un supposto, che un qualcheduno di costoro che voglio dir io