Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/333


329

la solita espressione d’impero. Gli scherani che si trovavano sulla via scorgevano bene sul suo volto i segni d’un forte pensiero, di una sollecitudine straordinaria; ma non capivano nè potevan capire più in là. Non vi si sapeva ancor nulla della gran mutazione di quell’uomo; e per congettura, certo, nessun di coloro vi sarebbe arrivato.

La buona donna aveva tosto tirate le cortine su le finestrelle degli sportelli: pigliate poi affettuosamente le mani di Lucia s’era data a confortarla con parole di pietà, di congratulazione e di tenerezza. E veggendo come, oltre la fatica di tanto travaglio sofferto, la confusione e l’oscurità degli avvenimenti impediva alla poveretta di sentire la contentezza della sua liberazione, le disse quanto poteva trovar di più atto a rimetterla nella memoria, a distrigare, a ravviare, per dir così, i suoi poveri pensieri. Le nominò il paese dond’ella era, e verso cui s’andava.

“Sì?” disse Lucia, che sapeva come era poco discosto dal suo. “Ah Madonna santissima, vi ringrazio! Mia madre! mia madre!”

“La manderemo tosto a cercare,” disse la buona donna, la quale non sapeva che la cosa era già fatta.