Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/306

302

carità, una preghiera ch’egli esaudisce per voi, un rendimento di grazie di cui voi siete l’oggetto non ancor conosciuto.” Così dicendo, stese le braccia al collo dell’innominato; il quale dopo aver tentato di sottrarsi, e resistito un momento, cedette, come vinto da quell’impeto di carità, abbracciò anch’egli il cardinale, e abbandonò su l’omero di lui il suo volto tremante e mutato. Le sue lagrime ardenti cadevano su la porpora incontaminata di Federigo, e le mani incolpevoli di questo strignevano affettuosamente quelle membra, premevano quella casacca avvezza a portar le armi della violenza e del tradimento.

L’innominato sciogliendosi da quell’abbraccio, si coperse di nuovo gli occhi con una mano, e levando insieme la faccia, sclamò: “Dio veramente grande! Dio veramente buono! io mi conosco ora, comprendo chi sono; le mie iniquità mi stanno dinanzi; ho ribrezzo di me stesso; eppure......! eppure provo un refrigerio, una gioia, sì, una gioia, quale non ho provata mai in tutta questa mia orribile vita!”

“È un saggio,” disse Federigo, “che Dio vi dà, per cattivarvi al suo servigio, per animarvi ad entrar risolutamente nella