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“Va bene,” disse Renzo; si levò, prese in mano un pezzo di pane che gli era avanzato del magro banchetto, un pane ben diverso da quel che aveva trovato il giorno prima appiè della croce di san Dionigi; pagò lo scotto, uscì, e prese la via a dritta. E per non ve l’allungare più del bisogno, col nome di Gorgonzola in bocca, di paese in paese, camminò tanto che, un’ora circa prima del tramonto, vi giunse.

Già per via egli aveva disegnato di far quivi un’altra fermata, a prendere una refezione un po’ più sostanziosa. Il corpo avrebbe anche aggradito un po’ di letto; ma prima che contentarlo in questo, Renzo lo avrebbe lasciato cadere sfinito sulla via. Il suo proposito era d’informarsi all’osteria della distanza dell’Adda, di cavar destramente notizia di qualche traversa che vi menasse, e di rincamminarsi a quella volta, subito dopo il refiziamento. Nato e cresciuto alla seconda sorgente, per dir così, di quel fiume, egli aveva inteso dir più volte, che a un certo punto, e per un certo tratto, esso marcava il confine tra lo stato milanese e il veneto: del punto e del tratto non aveva un’idea precisa; ma per allora la faccenda principale era di portarsi al di là. Se non gli veniva fatto in quel giorno, era deli-