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cavalleria, che vedevano un affare terminarsi lodevolmente; contento il popolo che vedeva uscir d’impaccio un uomo ben voluto, e che nello stesso tempo ammirava una conversione; contento finalmente e più di tutti, in mezzo al dolore, il nostro Ludovico, il quale cominciava una vita di espiazione e di servigio che potesse, se non riparare, pagare almeno il mal fatto, e rintuzzare il pungolo intollerabile del rimorso. Il sospetto che la sua risoluzione fosse attribuita alla paura, lo afflisse un momento; ma tosto si consolò col pensiero che anche quell’ingiusto giudizio sarebbe un castigo per lui, e un mezzo di espiazione. Così a trent’anni si ravvolse nel sacco; e dovendo, secondo l’uso, lasciare il suo nome e prenderne un altro, ne scelse uno che gli richiamasse ad ogni momento ciò ch’egli aveva da espiare; e si chiamò fra Cristoforo.

Appena compiuta la cerimonia della vestizione, il guardiano gl’intimò che andrebbe a fare il suo noviziato a ***, sessanta miglia lontano, e che partirebbe all’indomani. Il novizio si chinò profondamente, e chiese una grazia. “Permettetemi, padre,” diss’egli, “che prima di partire da questa città, dove ho sparso il sangue d’un uomo, dove lascio una famiglia crudelmente offesa, io la ristori