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era afflitta da continui sospiri„. Questa corrispondenza fra segni fisici e qualità dell’anima si trova evidente ed è facilmente sperimentabile negli animali. E qui fa passare in rassegna una quantità di autori che trattarono dell’argomento formando un materiale copioso per una fisiologia comparata. In parecchi capitoli successivi (VI, VII, VIII) parla della corrispondenza fra i temperamenti del corpo e il carattere morale. Qui si ripetono i concetti Galenici, con poche variazioni. Ma al Cap. X che tratta “dell’uomo malinconico„ vi è mia pagina in cui precorre davvero Lombroso nella tesi del genio e mania. “Empedocle, Socrate, Platone e molti altri uomini illustri furono tutti assaliti dall’istessa infermità. Fu certamente Euriloco di grandissimo giudizio, come tutti coloro che furono molestati dalla collera vera. Marco, cittadino Siracusano, era eccellentissimo poeta quando diveniva pazzo. Platone, nel libro delle scienze, dice quelli soli esser di molto ingegno che sogliono divenir pazzi e furiosi. E nel Fedro, dice che le porte del Parnaso invano si battono senza pazzia. E Democrate dice che i più ingegnosi sogliono divenir pazzi„. Certo che nella rassegna dei temperamenti, i preconcetti umorali del sangue, della flemma, della collera gialla e nera, tolgono in gran parte valore alle pagine del Della Porta, ma resta pur sempre ben chiaro come egli nel giudicare le azioni tenesse calcolo dell’elemento costituzionale del carattere.

Ma vi è la tendenza alla critica di ciò che