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i precursori nel mondo antico, ecc. 39

la criminalità si debba considerare come una forma specifica di anomalia biologica, senza la quale nè l’ambiente fisico nè quello sociale non sono sufficienti a determinarla. Ond’è che nei delinquenti nati si possono riscontrare molti caratteri di degenerazione per cui assumono una fisionomia particolare, che li rende vicini all’uomo selvaggio e primitivo, di cui essi portano nell’attualità con una vera eterocronia, gli impulsi feroci e brutali. Questo concetto si riannoda a quello più generale che l’esteriore del corpo corrisponde alle qualità proprie dell’animo, e che alle imperfezioni fisiche siano congiunte le più riprovevoli qualità morali. Ond’è che la Fisionomia che dalla struttura del corpo e dai lineamenti e dall’espressione del volto cerca di conoscere la natura degli uomini, deve essere considerata, come è, la vera precorritrice della antropologia criminale. Dai primi documenti della civiltà storica ci vennero tramandate osservazioni fisiognomiche.

Il Frassati, che nei primi due capitoli della “Nuova Scuola di diritto penale in Italia ed all’estero„, tratta dei fattori e dei precursori di essa, nota che le prime tradizioni si hanno in Omero (Iliade, lib. III), il quale dà a Tersite il capo aguzzo, lo sguardo losco, ed il corpo gibboso. Nestore dalla somiglianza di Telemaco col padre, arguisce le qualità del suo animo. I Pitagorici non ammettevano alla loro scuola discepoli non mostrassero nell’espressione e nella fisionomia di amare la scienza. Socrate, come