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frenologi e psichiatri 147

alla conoscenza del morale ed alla previsione delle azioni dell’uomo; previsione nella quale sta riposta, per quanto possa urtare i bigotti della libertà di uccidere e di rubare, la tutela sociale dell’avvenire contro la delinquenza.

E qui mi fermo nel citare i continuatori di Lavater e Gall, perchè non essendo già mia intenzione di fare un lavoro storico completo sulle origini del movimento scientifico e filosofico che ha preparato il terreno alla fioritura degli studi lombrosiani, mi vedrei rubato lo spazio dalle citazioni, in questo campo antropologico e fisionomico, a danno di un’altra parte che pure mi conviene, almeno brevemente, accennare, quella cioè del concetto della degenerazione, applicato con tanta fortuna dal Lombroso e dalla sua Scuola.

E in questo campo troneggia il gran nome di Morel, che nel 1657, col suo “Trattato delle degenerazioni fisiche, intellettuali e morali della specie umana„, apriva una novella êra agli studi psichiatrici e sociologici.


4. — B. A. Morel fu iniziato negli studi psichiatrici quando la scuola somatica tedesca, con Griesinger e Schroeder van der Kolk, reagendo alle esagerazioni dello spiritualismo, cercava già di dimostrare che la pazzia era sostenuta da lesioni fisiche cerebrali e viscerali, e quando Esquirol succedendo a Pinel abbandonava le speculazioni filosofiche per l’osservazione clinica; e quando in Italia, dove pure con Chiarugi si erano spezzate, parecchi anni prima che alla Salpêtrière,