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tissimo seme, e di calda complessione, che perciò digerisce il ferro.

Nel vecchio la calvitie mostra calidità temperata con soverchia siccità, e però in loro è la calvitie d’honore, come commandano le divine carte: “Consurgem coram capite calvo„; e quelli che per ischerno dissero contro Eliseo Profeta: “Ascende calve„, furono da lui maledetti, e da gli orsi devorati.

Sopra li giovani calvi cade il biasimo, et il sospetto vehemente, che in essi sia stata vitiosa ragione della calvitie loro.

Noi abbiamo conosciuti molti giovani calvi, quali erano di statura ordinaria, con occhi non neri, ma tiranti al giallo, la carne loro era a modo vermiglia; la fronte spaziosa, per causa della calvezza, e nella quale come specchio di tutto il corpo dentro vi si leggevano l’infrascritte qualità: Cervelli astuti e di veloce immaginativa, colerici, sfacciati, pronti nel dire, et assidui nelle cose veneree. Là dove, perchè Socrate fu calvo, come scrivono Ammanio, Gioviniano e Girolamo da Zopiro, venne lussurioso giudicato. Fu Giulio Cesare calvo; per il che convenivale con molto disturbo sopportare le burle, e giuochi che li dicevano, e facevano i suoi malevoli. E quando gli fu dato la Corona dell’Alloro dal Senato e popolo romano, la portava sempre in capo, per coprire la calvizie. E quello che Svetonio dice di Cesare lasceremo da parte, per non invecchire una sì mala opinione contro giovani calvi, o a quali sieno rischiariti molto i capegli. E