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I Vicerè 649

ratore, e vi ha qui adunati con la promessa che udrete un vero e proprio discorso, io sono dolente di dovervi disingannare.... — La voce nitida, ferma, sicura, giungeva da per tutto, debole ma chiara anche negli angoli più remoti. — Io vi dichiaro, concittadini, che non posso, che non so parlare; tale è il tumulto di impressioni, di sentimenti, d’affetti che sconvolge in questo momento l’animo mio. (Gli stenografi notarono: Benissimo!) Io sento che fino ai miei giorni più tardi non si potrà più cancellare il ricordo di questo momento indescrivibile, di questa immensa corrente di simpatia che mi circonda, che m’incoraggia, che mi riscalda, che infiamma il mio cuore, che ritorna a voi altrettanto viva e gagliarda e sincera quale viene dai vostri cuori a me. (Applausi prolungati). Ma questa restituzione è troppo poca cosa e non vale a sdebitarmi: tutta la mia vita dedicata al vostro servigio sarà bastevole appena. (Applausi). Concittadini!... Voi chiedete un programma a chi sollecita l’onore dei vostri suffragi; il mio programma, in mancanza d’altri meriti, avrà quello della brevità; esso compendiasi in tre sole parole: Libertà, progresso, democrazia.... (Battimani fragorosi ed entusiastici). Un superstizioso contento occupa l’animo mio, nell’udir voi, liberi cittadini, coronare d’applausi non me, ma queste sacre parole, qui, tra questi vecchi muri che furono un tempo cittadella dell’ignavia, del privilegio, dell’oscurantismo teologico.... (Scoppio unanime di approvazioni clamorose) qui, tra queste mura, già covo dell’ignoranza, oggi vivido faro da cui radia la luce del vittorioso pensiero! (Nuovo scoppio di frenetici battimani, la voce dell’oratore è soffocata per alcuni minuti). Concittadini, la mia fsde in questi grandi ideali umani non è nuova, non data da questi giorni, in cui tutti la sfoggiano, come i galanti vantano le grazie della donna desiderata.... (Ilarità) protestando di non volerne i favori.... (Nuova ilarità) ma di star paghi a sospirarla da lungi.... (Risa generali). La mia fede data dall’alba della mia vita, quando i pregiudizii di casta che io conobbi, ma che