Pagina:I Vicerè.djvu/195


I Vicerè 193

parecchi parteggiavano o pel governo o per la rivoluzione. Uno specialmente, Frà Cola, capo rivoluzionario, parlava sempre di ricominciar la giocata del Quarantotto; i novizii liberali gli facevano raccontare la storia di quel tempo; e quando egli li serviva, a tavola, quando versava in giro l’acqua ghiacciata dal gran boccale di cristallo che reggeva con la destra, faceva di nascosto, con l’indice e il medio della sinistra, il segno d’una forbice che taglia. Il principino domandò un giorno a Giovannino Radalì che volesse dire; il cugino rispose:

— Vuol dire che ai sorci bisogna tagliargli le code.

Consalvo riferì la cosa allo zio, e Frà Cola, in punizione, fu mandato alla casa di Licodia, in mezzo alla malaria. Frà Carmelo, per questo, non s’occupava mai di politica e quando gli domandavano se era liberale o borbonico, faceva il segno della santa croce:

— Vi scongiuro per parte di Dio! So molto di queste cose! Queste sono opere del Nemico!

Per lui non c’era altro mondo fuori di San Nicola, nè altra potestà fuor di quella dell’Abate, del Priore e dei Decani. Bisognava sentirlo, quando enumerava tutti i diciotto titoli dell’Abate, quando nominava i re, le regine, i principi reali, i vicerè, i baroni che avevano dotato il convento. Ogni domenica, in Capitolo, l’Abate leggeva la litania di quei reali o principeschi donatori, in suffragio delle cui anime andavano dette altrettante messe quotidiane; ma spesso ne recitavano una sola all’intenzione di tutti quanti: il ristoro dei morti era lo stesso, e i vivi non stavano a perdere tanto tempo.

In generale, i Padri avevano fretta di sbrigarsi, e intendevano fare il comodo loro. Per non scendere giù in chiesa, a mattutino, quando faceva freschetto, essi avevano ordinato, molti anni addietro, la costruzione di un altro Coro, chiamato Coro di notte, in mezzo al convento; ed anzi era costato parecchie migliaia d’onze, tutto di noce scolpito; ma adesso i Padri non si levavano neppur per andar lì, a due passi; restavano a covar le lenzuola fin a giorno chiaro, e il mattutino lo

     I Vicerè — 13