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Assediati nella caverna 161

Dopo pochi minuti giunsero senz’altri incontri alla caverna. Spostarono la cortina vegetale, levarono i macigni che ostruivano la stretta entrata e passarono nel magazzino, dove si trovavano Sciancatello, le due scimmie, i babirussa e gli uccelli.

Il mozzo durante l’assenza dei due suoi compagni, non aveva perduto inutilmente il suo tempo. Aveva disposto ogni cosa in ordine, messi in libertà i volatili, dopo aver teso una piccola rete di fibre di cocco dinanzi alla finestra, per impedire che volassero fuori, preparati tre giacigli di grandi e fresche foglie e riempiti d’acqua tutti i recipienti disponibili, avendo trovato uno stagno poco discosto.

— Bravo ragazzo, — disse Albani. — Ora qui possiamo sostenere un lungo assedio senza inquietarci.

— Credete che verranno ad assediarci? — chiese il marinaio.

— Se scoprono i solchi del nostro carretto, verranno quì di certo.

— Non si potrebbero far sparire?

— Ci vorrebbe molto tempo e ci esporremmo al pericolo di venire sorpresi. Se vogliono assediarci, vengano pure; ci difenderemo colle cerbottane.

— Ma possono forzare la galleria.

— Vi sono molti macigni qui e la barricheremo per bene, Enrico. Uno di noi monterà la guardia al di fuori, dietro la cortina vegetale e al primo indizio di pericolo verrà tosto ad avvertirci e chiuderemo la galleria.

— Vado io, — disse Piccolo Tonno. — Sciancatello mi terrà compagnia.

— Noi poi ti sostituiremo, — disse il marinaio.

Il mozzo s’armò della sua cerbottana, invitò Sciancatello a seguirlo e andò a nascondersi in mezzo alle piante arrampicanti, mentre i suoi compagni, che non avevano mangiato dalla sera innanzi, si preparavano la colazione.

L’intera giornata trascorse tranquilla. Si udì qualche colpo di moschetto rombare sulla montagna e qualche altro verso