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Una capsula in mezzo alla foresta 139

gravità comica, impugnava fieramente una frusta regalatagli da Enrico.

La mattina dopo, essendosi il tempo rimesso al bello, i Robinson abbandonarono la loro casa per recarsi nelle foreste a raccogliere le noci di cocco e le mandorle dei cay-cay.

Lo Sciancatello li accompagnava, essendo incaricato di salire sugli alberi; le due scimmie invece, che ormai non pensavano più a riacquistare la libertà, erano state lasciate a guardia dei recinti.

Il babirussa procedeva bene; si era abituato facilmente alla bardatura e guidato dal mozzo, tirava senza sforzo apparente quel primitivo carrettone, quantunque dovesse essere non poco pesante.

Raggiunto il margine del bosco essi arrestarono l’animale, non potendo il veicolo entrare in mezzo agli alberi e lo Sciancatello, il marinaio ed il signor Albani si misero a raccogliere le mandorle dei cay-cay e le noci di cocco le cui piante non erano molto lontane.

Quelle frutta, messe in sacchi di tela, venivano poi portate al margine del bosco e caricate sul veicolo.

Durante una di quelle gite, il marinaio fece una scoperta assai strana che li preoccupò assai. Mentre era curvo a terra per raccogliere il coltello che gli era caduto, i suoi sguardi furono attirati da un piccolo oggetto che scintillava tra le foglie disseccate.

Dapprima lo credette un pezzo di vetro o una scaglietta di mica, ma quale fu la sua sorpresa nel riconoscere invece una capsula di fucile non ancora sparata!...

— Signor Emilio! — esclamò, con un’emozione che è facile immaginare. — Guardate!...

— Una capsula! — esclamò il veneziano, aggrottando la fronte. — Chi può averla perduta? —

La prese e si mise ad esaminarla girandola e rigirandola fra le dita e cercando, ma invano, qualche segno, qualche marca che potesse indicargli la provenienza o la fabbrica.