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I Nibelunghi 557

Anche Balmunga1 egli si porta, quale
Male assai s’acquistò. — Di cotal guisa
240Ei separârsi allor, che niuno assalto
S’ingaggiò. Fu cotesto aspro dolore
Che scese al cor della regina; e intanto
Gli eroi di là redìan; temean la morte
Dal sonator di giga, e la rovina
245Era per essi certa. Ecco! veduto,
Disse di giga il sonator, cotesto
Bene abbiam noi che qui nemici abbiamo,
Sì come già narrarci udimmo in pria.
E però dobbiam noi starci appo quelli
250Re nostri in corte, perchè niuno ardisca
A que’ nostri signori in guerra scendere.
Deh! quante volte per timor lasciava
L’uom varie imprese, tosto che si stette
Presso gli amici suoi, come alleato,
255Un fido amico! E s’egli ha fior di senno,
Di ciò non far non ha pensier. Difesa
Di molti al danno è veramente il senno.

  1. La spada di Sifrido.
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