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I Nibelunghi xxix

di questi Nibelunghi che pur gli formano il titolo; nè l’etimologia del nome, quantunque certa e sicura, ci aiuta. Il nome tedesco die Nibelungen, in scandinavo Niflungar (l’Edda è scritta in questa lingua), deriva certamente dal nome nebel, la nebbia (in scandinavo nifl), e accenna al lontano e buio settentrione donde esso, lontano e buio nel suo significato, è venuto a noi.

Non v’è alcun dubbio che il poema dei Nibelunghi, quale al presente l’abbiamo, non sia una forma molto recente rispetto non solo all’origine della leggenda e ai tempi ai quali essa si riferisce, ma anche rispetto ai primi canti che la dovettero raccogliere. Perchè, quanto alla parte mitica, essa leggenda risale a tempi antichissimi, e quanto alla parte storica essa deve esser riferita al più oscuro tempo del Medio Evo, allorquando la storia del terribile Attila dovette cominciarsi a narrare in forma di leggenda. Ma quale sia stato il poeta che ha ridotta