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142 I Nibelunghi

Li miei consorti; nè poss’io per lieve
Ragion così lasciar questa mia terra.
È d’uopo sì che i miei più fidi amici
Qui sian raccolti in pria. — Da tutte parti
520Ella fe’ cavalcar suoi messaggieri,
Gli amici suoi raccolse ed i congiunti
Ed i consorti suoi. Volle che ratto
E senza indugi ad Isenstein venissero,
E ricche a tutti fe’ donar le vesti
525E pompose d’assai. Ad ogni giorno
Quelli venìan, venìan da mane a sera
Di Brünhilde al castello a torme a torme.
Ah! ah! che fatto abbiam qui noi, gridava
Hàgene intanto! Male assai che gli uomini
530Venisser qui da la vaga Brünhilde,
Noi stemmo ad aspettar! Che s’elli vengono
Con lor schiere alla terra (ignota è a noi
La volontà della regina, e tutti
Perduti siam s’ella s’adira), è nata
535Per il nostro dolor, per nostra cura
Grave ed acerba l’inclita fanciulla!
     Io questo impedirò, dicea Sifrido,