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hanno condotto ad assegnarle, senza per altro avere la pretesa di esporre criteri non suscettibili di qualche variazione.

Le monete d’argento, come quelle che portano le iniziali dei Massari, non presentano difficoltà per l’assegnazione ai vari principati, sebbene possa darsi il caso che le stesse iniziali si trovino sotto diversi Dogi anche a notevole distanza di tempo. E’ infatti cosa nota che nelle famiglie veneziane, come in quasi tutte, i nomi di battesimo si ripetevano costantemente e non solo nei rami principali, ma anche nei laterali, di modo che non è difficile trovare contemporaneamente viventi due o più individui con lo stesso nome e cognome. Per questo mi limiterò per tanto a dare in fine di questo scritto la nota dei Massari all’argento che segnarono con le loro iniziali le monete dei sei Dogi omonimi, restringendo l’esame delle contestazioni agli zecchini e loro multipli e frazioni, e ai soldi e bezzi, monete tutte che, quando hanno lo stesso nome di Principe, non presentano diversità caratteristiche tali da poterle classificare a prima vista.

I due Giovanni Corner regnarono a distanza di quasi un secolo l’uno dall’altro, tempo sufficiente questo perchè le loro monete presentino all’occhio esercitato una certa differenza. Si aggiunga che nel tempo intercorso tra il primo e il secondo venne introdotta nella figurazione dello zecchino una variazione importante e tale da non fare restare il menomo dubbio sull’appartenenza all’uno piuttosto che all’altro. Negli zecchini veneziani fin dalla loro origine si trova figurato il Doge che riceve dalle mani di S. Marco un’asta sormontata da una piccola banderuola; durante il principato di Domenico Contarini (1659-1675) viene aggiunta in cima all’asta una croce, la quale poi vi rimane sola e senza banderuola fino alla fine della Repubblica. Gli zecchini adunque col nome di Giovanni Corner, che hanno la banderuola in cima all’asta, (fig. 1) sono del primo, quelli invece che hanno l’asta sormontata dalla croce, (fig. 4) appartengono indubbiamente al secondo. I primi poi sono rarissimi, forse i più rari della serie veneziana, e questo fatto viene spiegato dai documenti del tempo, i quali ci dicono come la emissione degli zecchini fosse allora limitatissima perchè il tesoro trovava maggior utile nel fabbricare doppie e mezze doppie. Le frazioni, ossia il mezzo e il quarto dello zecchino, (fig. 2-3-5-6) presentano le stesse caratteristiche dell’intero e quindi possono del pari distinguersi facilmente. I multipli poi si tro-