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mente a cagione delle analogie che presentava con quelli che anche allora io ritenevo del terzo, vale a dire i gradini sotto i piedi del Santo e il cuscino sotto le ginocchia del Doge. Oggi però la riflessione che altri pezzi di questo diametro e di valore considerevole si conoscono soltanto degli ultimi due dogi, Paolo Renier e Lodovico Manin, e il confronto diligente con essi che mi convenne eseguire per mezzo di impronte e di disegni perchè non era possibile averli sott’occhio contemporaneamente, mi hanno 25 — O persuaso che esso deve appartenere sicuramente all’antipenultimo Doge di Venezia Alvise Mocenigo IV. E’ vero che il principe vi è figurato senza barba, mentre la porta sulle altre monete, ma bisogna anche riflettere che si tratta di un caso speciale, perchè in tutti gli altri pezzi grandi, compresi quelli attribuiti ad Alvise III, il Doge è rappresentato con la barba anche quando in realtà non la portava. La ragione di questo fatto ci sfugge, nè si può affermare che risponda a una rappresentazione tradizionale, perchè i vecchi zecchini, in generale, hanno il Doge con la barba o senza a seconda che egli la portava o no. Anche le rosette fra le parole delle due leggende costituiscono una particolarità dei multipli degli ultimi Dogi, mentre in quelli dei pre-