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mente, quella alquanto temperai. Et reflexi gli risonanti sospiri, et cum adulatrice sperancia (o cibo amoroso degli amanti, et sovente fiate cum lachrymoso poto coniuncto) per altro morsicante freno gyrai gli concitati pensieri cum tanto pensiculato et fabricato piacere, mirando cum extremo dilecto in quel corpo gratissimo et geniale, in quelle rosee gene, in quelli membri nitidi et luculei solaciantisi. Per le quale singulare cose, gli mei fremendi desii confortantime benignamente mitigai, dalle rabiose ire da tropo ardore redempti, et dal foco amoroso cusì propinquo che dispositamente se accendevano.

LA NYMPHA PER ALTRI BELLI LOCHI, LO AMOROSO POLIPHILO CONDUCE, OVE VIDE INNUMERE NYMPHE SOLENNIGIANTE ET CUM IL TRIUMPHO DI VERTUNO ET DI POMONA D’INTORNO UNA SACRA ARA ALACREMENTE FESTIGIANTI. DA POSCIA PERVENERON AD UNO MIRAVEGLIOSO TEMPLO. IL QUALE ELLO IN PARTE DESCRIVE, ET L’ARTE AEDIFICATORIA. ET COME NEL DICTO TEMPLO, PER ADMONITO DELLA ANTISTITE, LA NYMPHA CUM MOLTA CERIMONIA LA SUA FACOLA EXTINSE, MANIFESTANTISE ESSERE LA SUA POLIA A POLIPHILO. ET POSCIA CUM LA SACRIFICABONDA ANTISTETE, NEL SANCTO SACELLO INTRATA, DINANTI LA DIVINA ARA INVOCÒ LE TRE GRATIE.


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ONTRASTARE GIÀ NON VALEVA IO alle caeleste et violente armature, et diciò havendo la elegantissima Nympha amorosamente adepto, de me misello amante irrevocabile dominio, seco più oltra (imitante io gli moderati vestigii) abactrice pare a llei verso ad uno spatioso littore me conduceva. Il quale era contermine della florigera et collinea convalle, ove terminavano a questo littore le ornate montagniole, et vitiferi colli, cum praeclusi aditi, questa aurea patria, piena di incredibile oblectamento circumclaustrando. Le quale erano di silvosi nemori di conspicua densitate, quanto si fusseron stati gli arbusculi ordinatamente locati amoene, quale il Taxo Cyrneo, et lo Arcado, il Pinastro infructuoso et resinaceo, alti Pini, driti Abieti, negligenti al pandare, et contumaci al pondo, arsibile Picee, il fungoso Larice, Tede aeree, et gli colli amanti, Celebrati et cultivati da festigiante Oreade, quivi ambidui

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