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e facevano volare all’intorno dei globi di luce e di fuoco. Lo studente Anselmo assorto nei suoi pensieri, era seduto presso il rematore, ma quando egli vide nell’acqua il riflesso delle scintille e delle fiamme che s’incrociavano e serpeggiavano in aria, gli sembrò che le tre piccole biscie dorate traversassero il fiume. Tutto quello che avea veduto di straordinario sotto il sambuco rientrò subito nella sua mente, e sentì di nuovo quel desiderio ineffabile, quell’incanto appassionato, che poco prima, sotto l’albero, aveva riempito la sua anima di dolore e di voluttà. — “Ahimè! siete voi che rivedo piccoli serpenti dorati; cantate, oh! cantate ancora! io ritroverò nei vostri canti quei begli occhi azzurri... Ahime! siete voi dunque sotto le onde?”

Così gridava lo studente Anselmo, e in ciò dire egli fece uno sforzo violento come se volesse saltare dalla barca nel fiume. — Signore siete voi ossesso? gridò il battelliere, e lo ritenne pel suo vestito. Le fanciulle che erano sedute presso di lui gettarono un grido di terrore, e fuggirono all’altra estremità della barca; il registratore Heerbrand disse qualche