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tro luogo fossi mandato? Che cosa mi serviva l’uscire una mezz’ora prima e andare a mettermi alla porta colla mano allo saliscendi? Al primo tocco della campana quando io voleva aprire, il diavolo mi gettava sulla testa un catino d’acqua sporca, oppure mi faceva urtare in qualcheduno che usciva, in maniera che io aveva sempre qualche questione alle spalle, e sempre arrivava troppo tardi.

Ahimè! Ahimè! ove siete voi sogni aggradevoli di una futura felicità, che mi lusingavate dell’orgogliosa speranza che potrei spingermi sino all’impiego di Secretario intimo? La mia maledetta stella non mi ha forse alienati tutti i miei migliori protettori? Io so che il consigliere privato al quale io sono raccomandato non può soffrire i capegli corti; il parrucchiere mi attacca a grande stento una piccola coda dietro la testa, ma al primo saluto il cordone disgraziato si scioglie, e un vispo barbone che arricciava il muso verso di me, porta in trionfo la coda al consigliere privato. Io mi slancio spaventato dietro di lui e cado sulla tavola su cui il consigliere, facendo colazione,