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tà, come per palesare la partialità delle sue antiche inclinationi verso il gran nome di questa Principessa. Gli Spoletani, secondo ne parlano le più accertate historie, devono riconoscersi per germi nobili, e felicemente propagati dalle reliquie de’ Goti; che doppo la caduta del loro Regno in Italia restarono in Spoleto, come Città nobilmente ornata, & accresciuta dal Re Teodorico. E quantunque le hostilità di Totila habbino potuto scemare, se non abbellire di poi gli sentimenti di gratitudine, la pietà nondimeno, e le altre più sublimi conditioni di questa Regina sono di vantaggio bastevoli a restaurar pienamente tutto ciò, che la funesta ricordanza de’ rigori di quel Re havevano qui demolito, & a risarcire con ampia ricompensa le memorie de’ beneficij, che questa Patria si gloria haver ricevuto dal Settentrione.
Spoleto è Città illustre, & abbondante d’ogni cosa, situata in capo della pianura verso Oriente parte a piè de’ monti, & in maggior parte su i monti stessi. Fu già stanza de’ Principi Longobardi, & hora è fra le più cospicue della Provincia dell’Umbria: Qui si vede il grandissimo Palazzo di Teodorico Re de’ Goti. Vi appaiono i fondamenti d’un bel teatro, e del Tempio della Concordia; fuori della Città si vedono pur anche forme alte, e forti di acquedotti, parte tagliate dalle coste dell’Appenino, parte elevate del basso della valle con archi di mattoni cotti. Ivi sono riguardevoli gli alti tetti della Chiesa Catedrale, i muri di marmo, la Rocca fabricata nell’Anfiteatro, il Ponte di pietra,