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Chiesa da’ Magistrati secolari; nel qual tempo si cantò l’Antifona Ista est speciosa &c. Il Cardinal Legato smontato di carrozza, fatta profonda riverenza alla Regina passò alla Sagrestia per spogliarsi, come fece, gli habiti da campagna, e si vestì di sottana lunga, rocchetto, e mozzetta, attendendo ivi il Cardinal Vescovo.

Nell’ingresso della Chiesa il Cardinal Vescovo con la mitra in capo, preso l’asperges dalla mano della prima dignità capitolare, asperse la Regina, e gli altri ivi presenti; poi riverì Sua Maestà, e cavossi la mitra, & in tanto fu da’ musici cominciato a cantare l’Inno del Te Deum. Finito il primo versetto, il Vescovo si ripose la mitra in capo, e precedendo similmente la Croce, e Capitolo, s’avviò verso l’Altar maggiore, sopra il quale era esposto il Santissimo Sacramento. Salì all’hora Sua Eminenza al corno dell’Epistola, e deposta la mitra, & inginocchiatosi al versetto Te ergo quæsumus &c. si rizzò di nuovo in piede, e voltato alla Regina, subito che fu finito il Te Deum, recitò i versetti, & orationi Salvam fac Ancillam tuam &c. Dominus Deus, cuius providentia &c. e finalmente stando nel mezzo dell’Altare diede la benedittione solenne, & inchinata la Regina, andossene in Sagrestia a deporre li paramenti, e vestitosi d’habito conforme a quello del Card. Legato, uscirono insieme dalla Sagrestia sudetta, & ambidue si portarono da Sua Maestà, la quale entrò sola in carrozza, e li due Cardinali, Nuntij, & Ambasciator Pimentel in altra carrozza si condussero al ca-