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stati i giudizi lanciati contro quella terribile viragine.

VII.

Quando Sabadino fioriva, Bologna non aveva che pochi e mediocri poeti. La schiera sapiente degli Umanisti s’era oltremodo diradata e i pochi rimasti nel glorioso Studio vivevano solinghi nel loro amore pei classici. Giovanni Filoteo Achillini stampò il suo Viridario quando già la famiglia dei Bentivoglio era decaduta da qualche anno.

Sabadino non ebbe quindi competitori. Egli fu il letterato ufficiale della corte bentivolesca; ne raccolse onori e quattrini; quindi lodò, lodò tutto e tutti, lodò senza misura.

I suoi scritti concorrono tutti a magnificare le case cui servì.