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di frate guittone d’arezzo 79


segondo che ’l saggio Aristotel dice
55e mostra omo felice
vertú ovrando. In cui gaudio è pieno,
e’ no male terreno
ni bene pregia alcun, ma la cui mente
gaudio dentro non sente,
60fugge a van corporal parvo diletto.
     Cristo el giovo suo dice soave,
la soma leve; e santa anche scrittura
dice la via dei rei grave, pretosa;
e Arestotel posa
65in sentenza esta; e saggio onni assí l’ave.
E che è, quando noi sembr’altramente,
for che ’nfermo, nesciente
e disnaturat’è nostro cor fatto,
da viziato uso stratto,
70lo qual giá fece e fa cibo veneno,
e triaca non meno
sembrar fa venenosa, ove ben dura?
     Non donqu’è ’l mal piú a far che ’l ben leggero,
ma piú grav’è in natura e in uso anco.
75Gaudendo tribula om, male operando;
bon ben gaude, penando.
Gaude, combattend’om bon cavalero,
e donna, maschio bel figlio facendo,
martir, morte soffrendo;
80e legger stimo arar piú ch’embolare,
astenere in mangiare
piú che sovente el ventre molto empiere,
e castitá tenere
piú ch’avoltrare, e ovrar che star nel banco.
     85Iacomo, Giovanni, amici, e Meo,
me piace onni dir meo
interpetrare e difendere in Pisa
deggiate a vostra guisa,
e come piace voi mel calognate.