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di guittone d’arezzo 35


per gran bene acquistare
lontan om lungiamente
125da sua donna piacente,
savendo lui ed a lei forte bono.
     Va, mia canzone, ad Arezzo in Toscana
a lei ch’auzide e sana
lo meo core sovente,
130e dí ch’ora parvente
será como val ben nostra amistate;
ché castel ben fornito
e non guare assalito
no è tener pregiato,
135ma quello ch’è asseggiato
e ha de ciò che vol gran necestate.
     Ed anco me dí lei e a ciascuno
meo caro amico e bono
che non dea sofferire
140pena del meo partire;
ma de sua rimembranza aggio dolere;
ch’a dannaggio ed a noia
è remaso, entra croia
gente e fellon paiese:
145ma eo son certo ’n cortese,
pregio acquistando e sollazzo ed avere.

XVI

Celebra la pietá della sua donna.


     Gentil mia donna, gioi sempre gioiosa,
vostro sovrapiacente orrato affare
compiuto di ben tutto, oltra pensare
di mortal cor magn’e mirabel cosa,
5sorprese l’alma mia de tutto amore;
e non giá meo valore