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di frate guittone d’arezzo 217


     Non gaude aver om, ch’aver fa rancora,
ch’el mor, s’aver desmora,
20e dolsi sempre, se non mette ’n seno,
unde fa lui veneno,
se ben mangia, o se ben vest’ancora.


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La ricchezza, avendosi nel soddisfacimento dei desideri,
sta solo nel desiderare poche cose e piacevoli.


     Auda che dico chi vole arricchire,
e cor, non sacco, impire,
e ornar non giá fazion, ma mente.
Riccor è solo ’n desider complire;
5e ciò no po avenire
che per desiderar poco e piacente.
     Desio troppo è non legger fornire;
unde non giá plasire,
ma despiacenza porge e mal sovente;
10e di non plagenter come gioire,
senz’apresso noire,
pot’om alcun, ch’orrato a giusto sente?
     Adonque vol avant’omo schifare
ciò che noi possa fare
15a valor di valente e saggio core,
e reducendo amore
a degno e a chi gioi degna po dare.
     Soperchia cura e tropp’onni labore
parta di sé tuttore,
20e retto deggia e mansueto andare
sovra catuno affare,
rendendose di sé sempre dolzore.