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16 canzoni d’amore


che pietanza o merzene:
per ch’e’ voglio oramai di ciò far saggio.
Ch’e’ veggio spesse via
70per orgoglio atutare
ciò che merzé chiamare
non averea di far mai signoraggio.
Però crudele villano e nemico
seraggio, amor, sempre ver te, se vale;
75e, se non peggior male
ch’eo sostegno or non posso sostenere,
farai me a dispiacere
mentre ch’eo vivo quanto piò porai;
ch’eo non serò giá mai
80in alcun modo tuo leale amico.
     O no amor, ma morte,
quali e quanti dei pro
e d’onore e di pro
hai giá partiti e parti a malo engegno!
85Ché gioi prometti forte
donando adesso noia;
e, se talor dài gioia,
oh, quanto via piggior che noi la tegno!
Ch’omo che vent’ha peggio che perta a gioco
90è, secondo ciò pare;
perch’eo biasmare te deggio e laudare:
biasmar di ciò, che miso al gioco m’hai,
ov’ho perduto assai;
e laudar, che non mai vincer m’hai dato,
95perch’averea locato
lo core in te giocando; e or lo sloco.
     Amor, non me blasmar, s’io t’ho blasmato,
ma la tua fellonesca operazione;
ché non ha giá ladrone
100de che biasmi signor ch’ha lui dannato,
ma da sentirli grato,
se merta morte e per un membro è varco;