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170 sonetti d’amore

62

Benedice la fede e l’amore che aveva giá maledetto:
la fiera donna è diventata dolce e pietosa!


     Ben aggia ormai la fede e l’amor meo
e tutto ciò che mai dissi ch’avesse;
ché de ragion è certo, al parer meo,
ch’al lor valor non mai par credo stesse:
     5ché dolce e pietosa inver me veo,
piú ch’alcuna ch’eo giorno anco vedesse,
ch’è fatta quella, in cui fierezza creo
che piú d’onni altra assai sempre potesse.
     Siccome a Lanzelotto omo simiglia
10un prode cavaler, simil se face
a lei di fera donna a meraviglia.
     Manti baron d’alto valor verace
l’hanno saggiata assai; ma sí lor piglia,
che mai tornar ver ciò non hanno face.

63

Non si tenti di penetrare il segreto di coloro che servano la fede amorosa.


     Voi che penate di saver lo core
di quei che servon l’amorosa fede,
partite vo da ciò per vostro onore;
ch’onne peccato è, ’nver de quel, mercede.
     5Ch’un omo ennudo e de lo senno fore
or miri quel che fa, om che lo fede!
Ché tal è quei, cui ben distringe amore,
che d’occhi né di cor punto non vede.
     Ennudo sta, e non se po covrire
10de demostrar la sua gran malatia
a lei, che pote lui di ciò guerire.
     Donque chi ’l vede, in sé celar lo dia
e contastallo a chi ’l volesse dire,
per star cortese e fuggir villania.