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di frate guittone d’arezzo 97


poi mort’è legato in inferno,
25ove seria stato in eterno,
demoni lui possessore.
     O bon Gesú, tu troppo amando,
la carne nostra, vil tanto, prendesti;
scendesti a terra, noi a ciel montando
30e, facendo noi dii, om te facesti.
Riccor, onore, gioia a noi donando,
povertá nostra e ointa e nòi prendesti;
e prender te permettesti,
de pregion mettendone fore;
35sputo, fragelli e morte
laida prendesti traforte,
vita noi dando tuttore.
     O bon Gesú, tu creatore
dei nostri padri e nostro; e tu messere
40di vertú, di savere e di valore,
di soavitá, di pregio e di piacere,
e d’onni nostro ben solo datore;
conservator, for cui chi piú val pere,
in cui compiuto savere
45larghezza somma e riccore,
vertú e giustizia e potenza
e lealtá tutt’e piagenza
e tutto bon, mal non fiore.
     O bon Gesú, noi vedemo te
50come mendico a piede afritto andare;
afamato, asetato e nudo se’,
né magion hai, né cosa alcuna, pare.
Or non se’ tu di ciel e terra re?
Ricco cui e quanto e senz’alcun pare?
55O perché tanto abassare
e far te de maggio menore?
Venuto se’ tanto trabasso
solo montandone, lasso!,
ad onni compiuto riccore.

Le rime di Guittone d’Arezzo. 7