Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 02.djvu/57


barriera di s. niccolò 41

di ricordo possiede questa chiesa. Al primo altare a destra è una tavola cuspidata nella quale un artista del xiv secolo che ha caratteri congeneri a quelli di Lorenzo di Niccolò dipinse su fondo d’oro la Vergine in trono col bambino Gesù, framezzo a S. Antonio Abate, S. Niccolò di Bari, S. Martino Vescovo e S. Lucia; al secondo altare è un’antica tavola del xiii secolo rappresentante la Madonna seduta in trono col bambino Gesù in braccio; nel coro sono due tabernacoletti o ciborj di pietra, eleganti lavori di gentile fattura della seconda metà del xv secolo1 e della stessa epoca e della stessa mano forse, sono le decorazioni di due porticine di pietra che come quelli portano scolpiti gli stemmi dei Biliotti d’Aldieri; sull’aitar maggiore è un crocifisso di cartapesta di carattere del xv secolo che un libro di ricordi attribuisce a Donatello, ma, dati i restauri barbarici subiti dalla statua, è impossibile accertare l’attendibilità di tale attribuzione; in sagrestia finalmente è un bel lavabo di pietra del secolo xv con eleganti ornati, di figurette d’angioli e lo stemma dei Biliotti.

Anche nel piccolo portico esterno rimangono due affreschi del xiv secolo: sulla porta, una lunetta colla mezza figura di S. Lorenzo fra due angeli e di fianco un tondo colla figura inginocchiata ed orante di un giovinetto. Sotto questo portico si soleva radunare una di quelle associazioni popolari chiamate Potenze festeggianti assai note nella storia fiorentina. Si chiamava la signoria di S. Antonio Abate o del Trentesimo e teneva il suo stendardo nella chiesa2

  1. Ad uno di questi tabernacoli è questa iscrizione: Per rimedio dell’anima de 1 figliuoli d’Aldieri di Francesco Biliotti e discendenti 1480. L’iscrizione è però posteriore di quasi un secolo alla scultura.
  2. Questo si rileva da un interessante libro di memorie manoscritte che si conserva nell’archivio della chiesa; a tal proposito si aggiunge che la signoria “andò via pei mali trattamenti di un prete e si trasferì a Candeli. Nel 17 gennaio 1690 vi tornò e si riunì a pranzo sotto il loggiato della chiesa„. Essa venne soppressa nel 1785. In cotesto libro si dà notizia anche di alcune famiglie che da Vicchio vennero a Firenze e si ricordano le seguenti: Andreini, Baldesi, Biliotti, Landini, Marucelli, Paladini, Bicceri e Zobi.