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312 I DINTORNI DI FIRENZE.

villa per un lungo tratto della pianura, deliziato da laghetti, da vasche, da fontane, da giuochi d’acqua ingegnosi, da boschetti ombrosi, arricchito di statue, di vasi, di grotte, di rustici adornamenti, di serre e di ajuole dove tuttora nascono rigogliosi i fiori più belli, dove prosperano le piante più rare. Nelle sale come nel giardino, le opere d’arte erano sparse a profusione e fra quelle che tuttora vi si conservano additeremo un superbo busto in bronzo di Sisto V ed una statua d’Antinoo, pur essa in bronzo. I lavori di costruzione e di adornamento incominciati del Marchese Giovanni Corsi nel 1632 furono compiuti nel 1660.

Tabernacoli antichi. - Sulla Via Vittorio Emanuele, lungo la proprietà dei Marchesi Corsi-Salviati, sono tre tabernacoli adorni di pregevoli affreschi; il primo, posto difaccia alla villa Corsi, interessante anche per la sua costruzione, contiene un affresco raffigurante la Madonna col bambino Gesù fra i Santi Giovan Battista e Pietro apostolo: in alto è l’Eterno Padre ed all’esterno è raffigurata l’Assunzione: ricorda la maniera del Botticelli.

II secondo è addossato ad una casa e contiene i resti di un affresco che porta la data 1479, ed è pure di stile Botticellesco, colla Madonna, il bambino, S. Antonio Abate e S. Lucia. Il terzo, addossato alla casa di fattoria è più grandioso degli altri ed ha la forma di una cappella o di maestà stradale; nella parte interna è tutto decorato di affreschi ed ha nel fondo la Madonna col bambino e sei santi ed altri sei santi sono nelle pareti laterali. Ricorda la maniera di Niccolò Gerini.

Palazzetto Pretorio. — È una fabbrica che in alcuni resti della sua originaria costruzione conserva i caratteri architettonici della fine del XIV secolo. Fu per un lungo corso di secoli residenza dei Podestà di Sesto e Fiesole ed oggi è sede della pretura mandamentale. Sulla facciata sono rimasti molti stemmi di potestà, diversi dei quali di terra cotta invetriata di elegantissima fattura come quelli di Giovanni Gucci (1497), Benedetto Bati (1510), Giovanni Mori (1511), Filippo Sapiti (1512) Simone Gazzetti (1528) e Andrea Petrini (1549). Nell’interno del palazzetto sono degli intesessanti affreschi del XV secolo.