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vedevansi dipinti combattimenti di animali e pugne di gladiatori.

Oltre le due porte che si veggono nell’arena, l’una opposta all’altra, vi si osserva nella sua circonferenza interna dal lato di occidente un’altra piccola porta, che dal descritto parapetto conduceva ad un’uscita segreta fuori dell’anfiteatro, a destra di cui vi è pure una cameretta circolare, dove si depositavano i cadaveri di coloro che soccombevano.

Presso i due ingressi principali si aprono alcune camerette cieche, una volta munite di cancelli, che servivano alla custodia delle belve; le quali rimanendo separate affatto dai luoghi percorsi dagli spettatori, trovavansi oltre i cancelli della porta, ed in prossimità dell’arena, in cui non era dato mettere il piede, se non a coloro che prendevano parte ai ludi.

Citiamo finalmente la seguente iscrizione, la quale è ripetuta su due pietre deposte su suolo, l’una presso la gran porta meridionale, l’altra presso uno dei vomitorii che guardano la città.

peq. fac. coer. et colonis locvm in perpetvvm deuer. c. qvintivs c. f. valgvs m. porcivs m. f. dvo vir. qvinq. coloniae honoris cavssa spectacvla de sva.

C. Quinzio Valgo, figlio di Caio, e M. Porcio figlio di Marco, Duumviri quinquennali, hanno costruito a loro spesa l’anfiteatro per l’abbellimento della colonia, e ne hanno dato il sito in perpetuo.


Fine