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come sempre in qualunque oppugnazione faceva Pietro Navarra, Batista da Lodrone, non potendo piú difenderla, accordò di potersene andare in Piemonte, e gli alamanni con le loro robe in Germania, non potendo per sei mesi pigliare soldo contro allo esercito franzese.

L’acquisto di Alessandria dimostrò tra i confederati principio di qualche contenzione. Perché, disegnando Lautrech lasciarvi a guardia cinquecento fanti perché avessino in qualunque caso uno ricetto sicuro le genti sue, e quelle che venivano di Francia comoditá di raccôrsi e riordinarsi in quella cittá, insospettito l’oratore del duca di Milano che questo non fusse principio di volere occupare per il suo re quello stato, contradisse con parole efficaci e con protesti; e risentendosene quasi non meno di lui l’oratore viniziano, interponendosene ancora quello di Inghilterra, cedé Lautrech, benché con grave indignazione, di lasciarla libera al duca di Milano: cosa che fu forse di molto pregiudizio a quella impresa, perché è opinione di molti che piú negligentemente attendesse allo acquisto di Milano o per sdegno o per riservarlo a tempo che, senza rispetto d’altri, potesse tirarlo a suo profitto.

Dopo la perdita di Alessandria, non essendo dubbio che Lautrech si dirizzerebbe alla impresa di Milano o di Pavia, è fama che Antonio de Leva, col quale erano centocinquanta uomini d’arme e cinquemila fanti tra tedeschi e spagnuoli, diffidandosi di potere difendere Milano con sí poca gente e con tante difficoltá, pensò di ritirarsi a Pavia; nondimeno, considerando essere poche vettovaglie in Pavia, né potersi in quella cittá sostentare l’esercito con le estorsioni, come acerbissimamente aveva fatto a Milano, deliberò finalmente di fermarvisi, e mandò alla guardia di Pavia Lodovico da Belgioioso; e a’ milanesi, i quali vollono comperare con danari la licenza di partirsi, la concedette. Ma Lautrech, per rimuovere le difficoltá le quali potessino ritardarlo, fatta tregua con Cerviglione spagnuolo il quale era alla guardia di Case, benché molto diminuito di svizzeri, procedendo innanzi occupò Vigevano; e dipoi fatto uno ponte sopra il Tesino, e per quello