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libro undecimo - cap. xii 281

poi il guasto al contado, tentando se con questo timore poteva costrignere i Veronesi ad accordarsi. Ma giá veniva innanzi lo esercito spagnuolo: perché il viceré, intesa che ebbe la perdita di Lignago, né ritardato piú, per il prospero successo, dalle cose di Genova, dubitando che, o per timore del guasto o per la mala disposizione de’ cittadini, Verona non aprisse le porte a’ viniziani, deliberò soccorrere senza dilazione le cose di Cesare. Però passato alla Stradella il fiume del Po, e arrendutesegli senza difficoltá le cittá di Bergamo e di Brescia e similmente la terra di Peschiera, si pose a campo alla rocca guardata da dugento cinquanta fanti; la quale, con tutto che secondo l’opinione comune si fusse potuta difendere ancora qualche dí, venne per forza in sua potestá, rimanendo prigione il proveditore viniziano e i fanti che non furno ammazzati nel combattere. Ritirossi l’Alviano, per l’approssimarsi degli spagnuoli, ad Alberé di lá dallo Adice; richiamati, per riempiere il piú poteva l’esercito, non solamente alcuni fanti che erano nel Polesine di Rovigo ma quegli ancora che aveva lasciati in Lignago. E poco dipoi, essendosi i fanti tedeschi uniti a San Martino col viceré, e andando, recuperato Lignago, a Montagnana, i viniziani, a’ quali in quelle parti non rimaneva piú altro che Padova e Trevigi, intenti a niuna altra cosa che alla conservazione di quelle cittá, ordinorno che l’esercito si distribuisse in quelle: in Trevigi dugento uomini d’arme trecento cavalli leggieri e dumila fanti sotto Giampaolo Baglione, appresso al quale erano Malatesta da Sogliano e il cavaliere della Volpe; in Padova l’Alviano col rimanente dell’esercito. Il quale, attendendo a fortificare, i bastioni fatti ristaurando e a molte opere imperfette perfezione dando, faceva, oltre a questo, acciò che gli inimici non potessino accostarvisi se non con gravissimo pericolo e difficoltá, e con moltitudine grandissima di guastatori, spianare tutte le case e tagliare tutti gli alberi, per tre miglia dintorno a Padova.