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consentitolo al re di Francia, il quale gli aveva ricercati, proponendo essere autore della convocazione del concilio non meno Cesare che egli, e consentirvi il re d’Aragona: degni di essere lodati forse piú del silenzio che della prudenza o della fortezza dell’animo; perché, o non avendo ardire di dinegare al re quel che era loro molesto o non considerando quante difficoltá e quanti pericoli potesse partorire uno concilio che si celebrava contro alla volontá del pontefice, tennono tanto secreta questa deliberazione, fatta in un consiglio di piú di cento cinquanta cittadini, che e fusse incerto a’ cardinali (a’ quali il re di Francia ne dava speranza ma non certezza) se l’avessino conceduto, e al pontefice non ne pervenisse notizia alcuna.

Pretendevano i cardinali potersi giuridicamente convocare da loro il concilio senza l’autoritá del pontefice, per la necessitá evidentissima che aveva la Chiesa di essere riformata (come dicevano) non solamente nelle membra ma eziandio nel capo, cioè nella persona del pontefice; il quale, (secondo che affermavano) inveterato nella simonia e ne’ costumi infami e perduti né idoneo a reggere il pontificato, e autore di tante guerre, era notoriamente incorrigibile, con universale scandolo della cristianitá, alla cui salute niun altra medicina bastava che la convocazione del concilio: alla qual cosa essendo stato il pontefice negligente, essersi legittimamente devoluta a loro la potestá del convocarlo; aggiugnendovisi massimamente l’autoritá dell’eletto imperadore e il consentimento del re cristianissimo, col concorso del clero della Germania e della Francia. Soggiugnevano, lo usare frequentemente questa medicina essere non solamente utile ma necessario al corpo infermissimo della Chiesa, per istirpare gli errori vecchi, per provedere a quegli che nuovamente pullulavano, per dichiarare e interpretare le dubitazioni che alla giornata nascevano,

    quivi circa l’anno mille cento trentasei da Innocenzio secondo, quando fu dannato Pietro di Leone romano antipapa; il quale, facendosi chiamare Anacleto secondo, aveva con scisma tale dato molto travaglio non solo ad Innocenzio ma a tutto il cristianesimo».]