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libro terzo — cap. i 211

difesa, dicendo avere lettere dal re e comandamento dal generale di Linguadoca, fratello del cardinale di San Malò, il quale infermo era rimasto a Pietrasanta, di difendere, insino che altro non gli fusse ordinato, Pisa e il suo contado: ed era certamente cosa maravigliosa che in uno tempo medesimo i pisani fussino difesi dalle genti del re di Francia e aiutati similmente da quelle del duca di Milano e nutriti di speranze da’ viniziani, con tutto che e quel senato e il duca fussino in manifesta guerra col re. Per il soccorso delle genti de’ Vitelli si difese facilmente Vico Pisano, e con danno non piccolo del campo de’ fiorentini, il quale alloggiava in luogo sí scoperto che era molto offeso dall’artiglierie state condotte in Vico da’ pisani; in modo che, dopo esservi dimorato molti dí, fu necessario che i capitani disonoratamente se ne levassino. Ma essendo arrivate poi l’espedizioni regie, le quali duplicate erano state mandate occultamente per diverse vie, furno subito restituite a’ fiorentini la terra e le fortezze di Livorno e del porto, da Saliente luogotenente di monsignore di Beumonte, al quale il re l’aveva date a guardia; e monsignore di Lilla, deputato commissario a ricevere da’ fiorentini la ratificazione dell’accordo fatto a Turino e a fare eseguire la restituzione, cominciò a trattare con Entraghes, castellano della cittadella di Pisa e delle rocche di Pietrasanta e di Mutrone, per stabilire seco il dí e il modo del consegnarle.

Ma Entraghes, indotto o dalla medesima inclinazione che ebbono in Pisa tutti i franzesi o da secrete commissioni che avesse da Ligní, sotto ’l cui nome e come dependente da lui era, quando il re partí da Pisa, stato proposto a questa guardia, o stimolato dall’amore portava a una fanciulla figliuola di Luca del Lante cittadino pisano, perché non è credibile lo movessino solamente i danari, de’ quali poteva sperare di ricevere maggiore quantitá da’ fiorentini, cominciò a interporre varie difficoltá; ora dando interpretazione fuora del vero senso alle patenti regie, ora affermando d’avere avuto da principio comandamento di non le restituire se non riceveva contrasegni occulti da Ligní: sopra le quali cose essendosi disputato