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brutto mancare della parola sua, che propendere a ogni utilitá che si tragga del contrario; e però l’uomo si debbe ingegnare di intrattenersi quanto può con le risposte generale e piene di speranza, fuggendo quanto si può el promettere precisamente.

88. Guardatevi da tutto quello che vi può nuocere e non giovare; però né in assenzia né in presenzia di altri non dite mai sanza profitto o necessitá cose che gli dispiaccino, perché è pazzia farsi inimici sanza proposito; e ve lo ricordo, perché quasi ognuno erra in questa leggerezza.

89. Chi entra ne’ pericoli sanza considerare quello che importino si chiama bestiale; ma animoso è chi cognoscendo e’ pericoli vi entra francamente, o per necessitá o per onorevole cagione.

90. Credono molti che uno savio, perché vede tutti e’ pericoli, non possa essere animoso; io sono di opinione contraria, che non possa essere savio chi è timido, perché giá manca di giudicio chi stima el pericolo piú che non si debbe. Ma per dichiarare bene questo passo che è confuso, dico che non tutti e’ pericoli hanno effetto, perché alcuni ne schifa l’uomo con la diligenzia, industria o franchezza sua; altri gli porta via el caso, e mille accidenti che nascono. Però chi cognosce e’ pericoli non gli debbe presupporre tutti certi; ma discorrendo con prudenzia quello in che lui può sperare di aiutarsi, e dove el caso verisimilmente gli può fare favore, farsi animo, né si ritirare dalle imprese virili ed onorevole per paura di tutti e’ pericoli che cognosce aversi a correre.

91. Erra chi dice che le lettere guastano e’ cervelli degli uomini, perché è forse vero in chi l’ha debole; ma dove lo truovano buono, lo fanno perfetto, perché el buono naturale congiunto col buono accidentale fa nobilissima composizione.